Bertuzzo Paolo Lessana

"Nel mio mondo i libri sarebbero fatti solo di figure.
Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo:
niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe

come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe!".
(dal film "Alice nel Paese delle Meraviglie" W. Disney, 1951)

Veneziano dal 1951
L'arte della pittura:
fin dall'infanzia rimane la mia principale passione, dai graffiti tracciati con le matite sulle pareti di casa, alla scoperta dei primi colori ad olio. Poi la formazione scolastica con i maestri Carlo Dalla Zorza, Renato Boschetto, Giancarlo Zaramella, per l'illustrazione, la grafica, il colore. Già nel mondo del lavoro, nel 1976 scelgo il corso di pittura con Emilio Vedova, dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove avviene la svolta nell'interpretazione e comunicazione dell'immagine, assieme alla forza del colore eredità dei maestri veneziani.
In questa visione rientra anche la fotografia, che si traduce doppiamente sia come base nel linguaggio pittorico iperrealista, ma anche come occasione di documentare l'esperienza di un anno nell'aula Vedova. Nasce anche una collaborazione grafica con il maestro, nella progettazione di alcuni cataloghi per le sue mostre realizzate in quel periodo.
Contemporaneamente partecipo ad alcune esposizioni alla Galleria Bevilacqua la Masa di Venezia, seguono collettive e personali in spazi nazionali ed internazionali.
Negli anni ottanta con alcuni artisti veneti nasce il "Gruppo Creativo" proponendosi con varie mostre in Italia. Con una parte del gruppo proponiamo "Cib'Arte" ovvero il cibo come possibile elemento artistico e, negli anni novanta nasce "Incontr'arte" mostre/incontri tra il pubblico e le opere di 7 coppie di artisti dai linguaggi differenti. Nel 2010 "365° attorno all'immagine" ritorna una personale assieme alla presentazione di un primo quaderno d'arte con immagini tra gli anni '80 e il 2000, legate tra loro dal filo poetico di Emanuele Horodniceanu.

L'arte della grafica pubblica:
nel 1951 a Venezia, la comunicazione pubblica veniva fatta tramite qualche triste manifesto autartico derivante da antiche lavorazioni monocrome su pietra ottocentesche.
Fu tra gli anni sessanta/settanta l'inizio di un nuovo stile per comunicare. In quel periodo ero studente presso l'Istituto Statale d'Arte sezione di grafica ed illustrazione, la vincita del 1° premio al concorso di grafica della Camera di Commercio di Venezia, mi convinse ad iniziare i primi passi nella grafica commerciale a Padova, poi negli anni successivi per varie società e privati. Nel 1978 il Comune di Venezia sceglie di cambiare il modo di comunicare. Nasce l'Ufficio Grafico, un servizio unico in Italia gestito dall'interno, ideato ed organizzato dal sottoscritto e F. Olivetti, con autonomia creativa e gestionale. L'Ufficio Grafico per più di trent'anni ha progettato depliant, manifesti, libri, opuscoli, allestimenti di spazi, ecc. proponendo attraverso una grafica rigorosa e professionale la trasformazione radicale del rapporto comunicativo tra ente pubblico e cittadino.

L'arte dell'illustrazione:
è una parte decisiva non complementare del comunicare. Punto di partenza nell'infanzia con i primi cartoni di Walt Disney dove l'osservazione diventa scuola da applicare sia alla produzione per la grafica, che all'editoria per ragazzi.
Tra i libri più significativi illustrati "Le avventure di Huckleberry" di Mark Twain, il "Barone di Münchhausen" di Rudolf Erich Raspe, "Sindbad" di Sand-baad, per Fabbri e Shogakukan Productions editori, poi "Io Marco Polo" la "Storia di Venezia" Bonechi editore, i giochi dell'infanzia "Tutti sotto" Comune di Venezia, "I giochi a Venezia" Marsilio editore, questi ultimi realizzati in collaborazione con Roberto Berto. Altre immagini realizzate per i manifesti dei Carnevali oppure per la Pubblica Istruzione. Altre collaborazioni minori anche con Sansoni e Leading editrice.
Con un altro segno sono eseguiti i disegni iperrealisti, più impegnativi pensati a corredo di racconti e romanzi. Nel 2010 l'invito come presidente della giuria per la 42° rassegna mondiale "Umoristi a Marostica" oltre ad una personale come "autore dell'anno".

L'arte della fotografia:
le prime foto fatte con una piccola Kodak Instamatic (1963), un mezzo prodigioso; una macchina fotografica che mi permise di iniziare a raccogliere i primi ricordi, emozioni. Imparai ad inquadrare un oggetto, un panorama, come ritrarre le persone, bloccare con macchine sempre più sofisticate, nelle foto l'età di tante figurine sconosciute aggirarsi per calli e campi.
Negli anni '90 i workshop di fotografia a palazzo Fortuny, Franco Fontana, Fulvio Roiter, Ando Gilardi, approfondendo l'idea del colore, dell'inquadratura, la fantasia dei nuovi modi di vedere.